Viaggio in Somaliland, la nuova repubblica del Corno d'Africa
Somaliland, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Somaliland dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il Somaliland ufficialmente non esiste, o perlomeno non è riconosciuto a livello internazionale, essendo una Repubblica autoproclamatasi indipendente soltanto nel 1991, in seguito alla dissoluzione della Somalia unita. Il territorio nazionale, se così si può dire, si estende per meno di 140000 km quadrati a ridosso del braccio di mare del Golfo di Aden, ed è incastonato nel Corno d'Africa tra Somalia, Etiopia e Gibuti.
Abitata fin dal Neolitico, questa regione ha visto la progressiva introduzione dell'Islam tra il Seicento e l'anno Mille. Quasi un millennio più tardi, i britannici istituirono qui un proprio protettorato, rimasto tale fino al 1960, quando la Somalia inglese e quella italiana si unirono per formare un'unica nazione.
Con l'avvento al potere del presidente Barre tramite un colpo di stato, la situazione somala degenerò sempre di più a causa della linea dittatoriale dello stesso Barre; quando gli abitanti del nord (l'attuale Somaliland) iniziarono ad organizzarsi per cacciare il presidente -appoggiati dall'Etiopia- scoppiò la guerra civile nel paese.
Nel 1991 con la fuga del dittatore cessarono i bombardamenti sulle città settentrionali e la regione si autoproclamò Repubblica; oggi il paese è una meta sicura per i viaggiatori che decidano di avventurarsi fin qui, e la situazione interna è particolare nel contesto africano, in quanto esistono le leggi, un'amministrazione pubblica, una capitale, una moneta ed in generale un ordine che è rispettato dagli abitanti. Ciò che curiosamente manca è solo il riconoscimento della comunità internazionale.
Un aspetto importante da tenere presente al momento di organizzare un viaggio nel Somaliland è il fatto che oggi come oggi la libera circolazione dei turisti è garantita solo nella capitale Hargeisa; per spostamenti al di fuori della città è necessaria una scorta armata per motivi ufficiali, anche se in realtà il paese è tutto sommato abbastanza sicuro. Gli alberghi sono disponibili ad organizzare l'accompagnamento di polizia, anche se con qualche generosa opera di persuasione si potrà arrivare ad ottenere un permesso speciale per viaggiare fino alla città di Berbera completamente in solitudine, mostrandosi “collaborativi” in seguito anche con i militari negli eventuali posti di blocco.
Detto questo, il viaggio può iniziare dalla capitale Hargeisa, una località di oltre un milione di abitanti nel cuore degli altopiani nell'entroterra del paese. Pur non offrendo particolari attrazioni per i turisti, risulta una meta piacevole da visitare, ed in particolare si raccomanda una passeggiata al tradizionale mercato dei cammelli, nella zona periferica della città.
Le poche località da visitare nel Somaliland sono tutte abbastanza vicine le une alle altre, e la punta di diamante dell'intero territorio è sicuramente Las Geel, un sito archeologico -un po' dispendioso, ma ne vale la pena- nel quale si trovano grotte decorate da centinaia di pitture rupestri del Neolitico conservate in maniera eccezionale, come se fossero state dipinte ieri. Per raggiungere questa località occorre percorrere la strada che da Hargeisa conduce a Berbera per oltre quaranta km e svoltando all'incrocio in prossimità del villaggio di Dhubato; da qui si percorrono all'incirca altri sei km prima di giungere sul posto.
La città di Berbera è il principale porto del paese e questo la rende particolarmente attiva, nonostante ad una prima impressione appaia poco più che un insieme di case in pessime condizioni, salvo la vecchia moschea ed il vivace porto peschereccio. Ciò che la rende unica però sono le straordinarie spiagge che la circondano: una su tutti, la spiaggia di Baathela.
Tralasciando la seconda città del Somaliland per grandezza - Burcao (o Burao) - che non offre particolari emozioni alla vista, si segnala la località di Sheekh non lontana da Berbera ma adagiata sulle colline quel tanto che basta per rendere l'aria più respirabile. Motivo di futuro orgoglio della città sarà la Ferdusa, la necropoli del XIII secolo che prima o poi verrà riportata alla luce dagli scavi archeologici in corso d'opera.
Si rammenta che è buona norma locale chiedere il permesso prima di scattare fotografie, perché non sempre sono ben accette dalla gente. Si ricorda inoltre che l'ingresso nel paese è consentito solo dietro esibizione del visto, ottenibile ad Addis Abeba (Etiopia) al Somaliland Liaison Office in pochi minuti o, in alternativa, presso lo stesso ufficio in Francia, Inghilterra e Stati Uniti (in Italia non esiste alcuna rappresentanza di questo paese).
I collegamenti aerei diretti tra il paese africano e l'Europa sono garantiti solo via Londra e Parigi, mentre per i voli continentali esistono diverse compagnie africane che collegano Hargeisa e Berbera con le principali città del Corno d'Africa.
Gli spostamenti via terra con i paesi confinanti -Etiopia e Gibuti, perché con la Somalia non esistono buoni rapporti di vicinato- sono assicurati dal servizio di autobus, taxi collettivi e minibus sulle rotte per Wajaale (verso l'Etiopia). Per gli spostamenti da/per il Gibuti attraverso il varco di confine di Loyaada, a causa della durezza del viaggio si raccomanda di portare con sé sufficienti scorte di cibo ed acqua.
Abitata fin dal Neolitico, questa regione ha visto la progressiva introduzione dell'Islam tra il Seicento e l'anno Mille. Quasi un millennio più tardi, i britannici istituirono qui un proprio protettorato, rimasto tale fino al 1960, quando la Somalia inglese e quella italiana si unirono per formare un'unica nazione.
Con l'avvento al potere del presidente Barre tramite un colpo di stato, la situazione somala degenerò sempre di più a causa della linea dittatoriale dello stesso Barre; quando gli abitanti del nord (l'attuale Somaliland) iniziarono ad organizzarsi per cacciare il presidente -appoggiati dall'Etiopia- scoppiò la guerra civile nel paese.
Nel 1991 con la fuga del dittatore cessarono i bombardamenti sulle città settentrionali e la regione si autoproclamò Repubblica; oggi il paese è una meta sicura per i viaggiatori che decidano di avventurarsi fin qui, e la situazione interna è particolare nel contesto africano, in quanto esistono le leggi, un'amministrazione pubblica, una capitale, una moneta ed in generale un ordine che è rispettato dagli abitanti. Ciò che curiosamente manca è solo il riconoscimento della comunità internazionale.
Un aspetto importante da tenere presente al momento di organizzare un viaggio nel Somaliland è il fatto che oggi come oggi la libera circolazione dei turisti è garantita solo nella capitale Hargeisa; per spostamenti al di fuori della città è necessaria una scorta armata per motivi ufficiali, anche se in realtà il paese è tutto sommato abbastanza sicuro. Gli alberghi sono disponibili ad organizzare l'accompagnamento di polizia, anche se con qualche generosa opera di persuasione si potrà arrivare ad ottenere un permesso speciale per viaggiare fino alla città di Berbera completamente in solitudine, mostrandosi “collaborativi” in seguito anche con i militari negli eventuali posti di blocco.
Detto questo, il viaggio può iniziare dalla capitale Hargeisa, una località di oltre un milione di abitanti nel cuore degli altopiani nell'entroterra del paese. Pur non offrendo particolari attrazioni per i turisti, risulta una meta piacevole da visitare, ed in particolare si raccomanda una passeggiata al tradizionale mercato dei cammelli, nella zona periferica della città.
Le poche località da visitare nel Somaliland sono tutte abbastanza vicine le une alle altre, e la punta di diamante dell'intero territorio è sicuramente Las Geel, un sito archeologico -un po' dispendioso, ma ne vale la pena- nel quale si trovano grotte decorate da centinaia di pitture rupestri del Neolitico conservate in maniera eccezionale, come se fossero state dipinte ieri. Per raggiungere questa località occorre percorrere la strada che da Hargeisa conduce a Berbera per oltre quaranta km e svoltando all'incrocio in prossimità del villaggio di Dhubato; da qui si percorrono all'incirca altri sei km prima di giungere sul posto.
La città di Berbera è il principale porto del paese e questo la rende particolarmente attiva, nonostante ad una prima impressione appaia poco più che un insieme di case in pessime condizioni, salvo la vecchia moschea ed il vivace porto peschereccio. Ciò che la rende unica però sono le straordinarie spiagge che la circondano: una su tutti, la spiaggia di Baathela.
Tralasciando la seconda città del Somaliland per grandezza - Burcao (o Burao) - che non offre particolari emozioni alla vista, si segnala la località di Sheekh non lontana da Berbera ma adagiata sulle colline quel tanto che basta per rendere l'aria più respirabile. Motivo di futuro orgoglio della città sarà la Ferdusa, la necropoli del XIII secolo che prima o poi verrà riportata alla luce dagli scavi archeologici in corso d'opera.
Si rammenta che è buona norma locale chiedere il permesso prima di scattare fotografie, perché non sempre sono ben accette dalla gente. Si ricorda inoltre che l'ingresso nel paese è consentito solo dietro esibizione del visto, ottenibile ad Addis Abeba (Etiopia) al Somaliland Liaison Office in pochi minuti o, in alternativa, presso lo stesso ufficio in Francia, Inghilterra e Stati Uniti (in Italia non esiste alcuna rappresentanza di questo paese).
I collegamenti aerei diretti tra il paese africano e l'Europa sono garantiti solo via Londra e Parigi, mentre per i voli continentali esistono diverse compagnie africane che collegano Hargeisa e Berbera con le principali città del Corno d'Africa.
Gli spostamenti via terra con i paesi confinanti -Etiopia e Gibuti, perché con la Somalia non esistono buoni rapporti di vicinato- sono assicurati dal servizio di autobus, taxi collettivi e minibus sulle rotte per Wajaale (verso l'Etiopia). Per gli spostamenti da/per il Gibuti attraverso il varco di confine di Loyaada, a causa della durezza del viaggio si raccomanda di portare con sé sufficienti scorte di cibo ed acqua.