Kuwait, viaggio nell'emirato sovrano del golfo Persico
Kuwait, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Kuwait dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
“Fortezza costruita vicino all’acqua” è il significato arabo della parola Kuwait, nome dell’emirato sovrano che sorge nell’Asia sud-occidentale, incastonato tra Arabia Saudita e Iraq, e si sporge verso il golfo Persico in tutto il suo splendore, con tutti i contrasti che ne fanno una perla dalle ridotte dimensioni ma dal grande fascino. I 500 km di costa sono agghindati da una collana di nove isole, delle quali una soltanto, Faylaka, è abitata; la più estesa, Bubiyan, è invece collegata alla terraferma da un ponte, mentre le altre, selvagge, preservano la magia della natura incontaminata.
Il colore dominante è l’ocra della sabbia arsa dal sole, che si perde a vista d’occhio sino all’orizzonte e lascia uno spazio esiguo alla terra coltivata: meno del 1%, appena un fazzoletto di verde in un paese desertico, l’unico al mondo a non possedere alcuna riserva d’acqua naturale. Alla scarsezza di risorse idriche fa da sfondo un clima tropicale secco, che concede appena 127 mm di precipitazioni medie annuali, caratterizzato da un’estate caldissima che da aprile ad ottobre fa toccare al termometro picchi di 50-60°C. Da dicembre a marzo l’inverno del Kuwait consente di refrigerarsi in alcune ore della giornata, ma senza rinunciare a una ventina di gradi a mezzogiorno e bilanciando il caldo con escursioni termiche notevoli nelle ore notturne, durante le quali la temperatura scende considerevolmente, anche sino ai 0°C.
Le piogge, leggermente più generose nei mesi invernali rispetto ai periodi più caldi, picchiettano la superficie sabbiosa del deserto e invitano ad affiorare verso il cielo innumerevoli fiori gialli, che tessono una coperta dorata sulle dune chiare del paesaggio arido. In questo periodo le famiglie kuwaitiane si lasciano sedurre dal richiamo della natura e trascorrono spesso il weekend nel deserto, scortate dai domestici, allestendo veri e propri campeggi: all’interno delle tende i preziosi tappeti persiani e i divani confortevoli garantiscono ogni comodità, rivelandosi particolarmente adatti per fumare la caratteristica shisha o per gustare i prelibati cibi del posto.
L’aridità desertica che ha sempre caratterizzato il paese ha fatto sì che il Kuwait fosse scarsamente popolato fino al XVI secolo, fino a che nel 1612 il principe della tribù Banu Khaled, Barrak bin Ghurayf, non edificò il piccolo forte che diede il nome allo stato, per difendere il territorio dall’attacco dei turchi ottomani. Da quel momento in poi gli insediamenti aumentarono, ma soltanto negli anni ‘30 del XX secolo la scoperta di ricchi giacimenti di petrolio fece del Kuwait uno dei più prosperi stati della penisola, nonché uno dei principali esportatori mondiali di oro nero. Nel corso degli anni furono proprio gli investimenti nella fiorente industria petrolifera, e la crescita economica che ne conseguì, ad attirare qui molti lavoratori stranieri , specialmente dall’Egitto e dall’India, di cui solo pochi riuscirono però ad ottenere la cittadinanza.
La difficoltà ad ottenere la cittadinanza per immigrati e loro discendenti in Kuwait, fa sì che attualmente soltanto il 10% della popolazione abbia diritto al voto; diritto che è stato esteso alle donne soltanto nel vicino 2005, anno prima del quale il voto era riservato ai maschi adulti, cittadini da almeno 30 anni e che non fossero membri delle forze armate.
Da visitare è certamente la città capoluogo, Kuwait City, centro di circa 30.000 abitanti che deve la sua fondazione lungo la Baia del Kuwait agli arabi, nel XVIII secolo. Attualmente la città si presenta divisa in una serie di “rings”, ovvero “anelli”. Il primo ring costituisce il cuore della città, mentre l’ultimo di essi, il sesto, è collocato in periferia. Un’efficiente e fitta rete di autostrade collega i rings tra di loro. Sul Golfo Arabo si ergono poi le Kuwait Towers, un imponente trio di palazzi progettata da un’equipe di architetti svedesi e costruita nel 1975. Le linee futuristiche ed essenziali conferiscono un fascino surreale a queste torri, tra le principali attrazioni del paese, la più alta delle quali ospita un ristorante e una caffetteria, mentre la torre intermedia è sormontata da una grande sfera che garantisce una riserva di acqua piovana per supplire alla mancanza di sorgenti idriche naturali nel territorio. Il punto più alto del gruppo di costruzioni è collocato a ben 120 metri da terra, e consente di osservare l’intera area urbana circostante.
Un’abitudine diffusa nelle città del Kuwait è quella del mercato dell’oro, il cosiddetto Gold Market: un vero e proprio paradiso per gli amanti dei gioielli, dove non esistono porte blindate o controlli severi contro i furti: nessuno ha voglia di rubare e contravvenire alla legge del corano secondo cui il furto è “haram”, “peccato”. Qui le contrattazioni per acquistare un oggetto prezioso possono durare ore, allietate dalla cordialità dei venditori del posto che volentieri condiscono le trattative con l’offerta di una tazza di tè.
Ogni anno, il 25 febbraio, l’intero Kuwait si predispone ai festeggiamenti in occasione della festa nazionale, illuminate dai colori dei fuochi artificiali che diffondono una luce magica sulle dune del deserto, già impolverate d’argento dallo sguardo della luna. Ma il periodo più importante dell’anno, da un punto di vista specialmente religioso, è il mese del Ramadan, periodo sacro per i credenti islamici e che anche gli eventuali turisti sono tenuti a rispettare ed osservare: in questo periodo è assoluto il divieto di bere, fumare e mangiare in pubblico durante la giornata. Al contrario, dal tramonto all’alba, nelle fresche ore notturne, si accendono i festeggiamenti.
Gli aeroporti dislocati in varie zone del paese sono complessivamente sette: di questi, il Kuwait International Airport è la struttura principale servita da voli internazionali. Le compagnie che effettuano viaggi da Roma sono la Kuwait Airways o la Olympic Airways, decisamente più economica della prima ma con scalo ad Atene.
Il colore dominante è l’ocra della sabbia arsa dal sole, che si perde a vista d’occhio sino all’orizzonte e lascia uno spazio esiguo alla terra coltivata: meno del 1%, appena un fazzoletto di verde in un paese desertico, l’unico al mondo a non possedere alcuna riserva d’acqua naturale. Alla scarsezza di risorse idriche fa da sfondo un clima tropicale secco, che concede appena 127 mm di precipitazioni medie annuali, caratterizzato da un’estate caldissima che da aprile ad ottobre fa toccare al termometro picchi di 50-60°C. Da dicembre a marzo l’inverno del Kuwait consente di refrigerarsi in alcune ore della giornata, ma senza rinunciare a una ventina di gradi a mezzogiorno e bilanciando il caldo con escursioni termiche notevoli nelle ore notturne, durante le quali la temperatura scende considerevolmente, anche sino ai 0°C.
Le piogge, leggermente più generose nei mesi invernali rispetto ai periodi più caldi, picchiettano la superficie sabbiosa del deserto e invitano ad affiorare verso il cielo innumerevoli fiori gialli, che tessono una coperta dorata sulle dune chiare del paesaggio arido. In questo periodo le famiglie kuwaitiane si lasciano sedurre dal richiamo della natura e trascorrono spesso il weekend nel deserto, scortate dai domestici, allestendo veri e propri campeggi: all’interno delle tende i preziosi tappeti persiani e i divani confortevoli garantiscono ogni comodità, rivelandosi particolarmente adatti per fumare la caratteristica shisha o per gustare i prelibati cibi del posto.
L’aridità desertica che ha sempre caratterizzato il paese ha fatto sì che il Kuwait fosse scarsamente popolato fino al XVI secolo, fino a che nel 1612 il principe della tribù Banu Khaled, Barrak bin Ghurayf, non edificò il piccolo forte che diede il nome allo stato, per difendere il territorio dall’attacco dei turchi ottomani. Da quel momento in poi gli insediamenti aumentarono, ma soltanto negli anni ‘30 del XX secolo la scoperta di ricchi giacimenti di petrolio fece del Kuwait uno dei più prosperi stati della penisola, nonché uno dei principali esportatori mondiali di oro nero. Nel corso degli anni furono proprio gli investimenti nella fiorente industria petrolifera, e la crescita economica che ne conseguì, ad attirare qui molti lavoratori stranieri , specialmente dall’Egitto e dall’India, di cui solo pochi riuscirono però ad ottenere la cittadinanza.
La difficoltà ad ottenere la cittadinanza per immigrati e loro discendenti in Kuwait, fa sì che attualmente soltanto il 10% della popolazione abbia diritto al voto; diritto che è stato esteso alle donne soltanto nel vicino 2005, anno prima del quale il voto era riservato ai maschi adulti, cittadini da almeno 30 anni e che non fossero membri delle forze armate.
Da visitare è certamente la città capoluogo, Kuwait City, centro di circa 30.000 abitanti che deve la sua fondazione lungo la Baia del Kuwait agli arabi, nel XVIII secolo. Attualmente la città si presenta divisa in una serie di “rings”, ovvero “anelli”. Il primo ring costituisce il cuore della città, mentre l’ultimo di essi, il sesto, è collocato in periferia. Un’efficiente e fitta rete di autostrade collega i rings tra di loro. Sul Golfo Arabo si ergono poi le Kuwait Towers, un imponente trio di palazzi progettata da un’equipe di architetti svedesi e costruita nel 1975. Le linee futuristiche ed essenziali conferiscono un fascino surreale a queste torri, tra le principali attrazioni del paese, la più alta delle quali ospita un ristorante e una caffetteria, mentre la torre intermedia è sormontata da una grande sfera che garantisce una riserva di acqua piovana per supplire alla mancanza di sorgenti idriche naturali nel territorio. Il punto più alto del gruppo di costruzioni è collocato a ben 120 metri da terra, e consente di osservare l’intera area urbana circostante.
Un’abitudine diffusa nelle città del Kuwait è quella del mercato dell’oro, il cosiddetto Gold Market: un vero e proprio paradiso per gli amanti dei gioielli, dove non esistono porte blindate o controlli severi contro i furti: nessuno ha voglia di rubare e contravvenire alla legge del corano secondo cui il furto è “haram”, “peccato”. Qui le contrattazioni per acquistare un oggetto prezioso possono durare ore, allietate dalla cordialità dei venditori del posto che volentieri condiscono le trattative con l’offerta di una tazza di tè.
Ogni anno, il 25 febbraio, l’intero Kuwait si predispone ai festeggiamenti in occasione della festa nazionale, illuminate dai colori dei fuochi artificiali che diffondono una luce magica sulle dune del deserto, già impolverate d’argento dallo sguardo della luna. Ma il periodo più importante dell’anno, da un punto di vista specialmente religioso, è il mese del Ramadan, periodo sacro per i credenti islamici e che anche gli eventuali turisti sono tenuti a rispettare ed osservare: in questo periodo è assoluto il divieto di bere, fumare e mangiare in pubblico durante la giornata. Al contrario, dal tramonto all’alba, nelle fresche ore notturne, si accendono i festeggiamenti.
Gli aeroporti dislocati in varie zone del paese sono complessivamente sette: di questi, il Kuwait International Airport è la struttura principale servita da voli internazionali. Le compagnie che effettuano viaggi da Roma sono la Kuwait Airways o la Olympic Airways, decisamente più economica della prima ma con scalo ad Atene.