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Thailandia, vacanze tra mare, isole, spiagge e storia

Thailandia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Thailandia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Mare, storia, cultura, cucina e tradizioni: un soggiorno in Thailandia (Tailandia) è un’esperienza a 360° gradi che non può lasciare indifferenti. Il paese, caratterizzato da una miriade di scenari diametralmente opposti tra loro, è una delle destinazioni turistiche più apprezzate a livello internazionale, sebbene la maggior parte dei visitatori si concentri solo in alcune regioni dimenticandosene altre. Fino al 24 giugno 1939 lo stato era noto come Siam, denominazione ancor oggi utilizzata dalla minoranza cinese, mentre il nome attuale deriva dal termine Thai, ovvero “libero”, aggettivo estremamente calzante per descrivere la permanenza nel paese.

I primi abitanti della Thailandia furono i tai, migrati dalla Cina meridionale nelle fertili regioni del sud-est asiatico continentale nei primi secoli dopo Cristo, se non prima. A partire dal VI secolo nella parte centrale e nord-orientale del paese fiorirono le città-stato dvaravati, la cui civiltà si basava sulla cultura mon e sul buddhismo therevada. Nell’VIII secolo si registrarono l’espansione dell’impero marittimo di Srivijaya e l’ingresso della religione islamica nella parte meridionale del territorio, mentre tra l’XI e il XII secolo il regno di Angkor raggiunge l’apogeo. Il 1351 fu l’anno della fondazione del regno di Ayuthaya, che un centinaio di anni più tardi sconfisse definitivamente quello di Angkor. All’inizio del seicento si intensificarono gli sbarchi da parte dei coloni europei, olandesi e inglesi su tutti, mentre nel 1782, alla morte del re Taksin, fu fondata la dinastia Chakri e Bangkok divenne la nuova capitale. La storia moderna del paese, purtroppo, è segnata da una profonda instabilità politica, testimoniata dai ben 18 colpi di stato registrati dal 1932 ad oggi.

Bangkok, la capitale, è una metropoli di quasi 8 milioni di abitanti che sta vivendo una fase di profondo cambiamento. Dall’ampliamento della rete dei trasporti pubblici all’apertura di ristoranti internazionali, dal rinnovamento del panorama artistico alla costruzione di moderni centri commerciali: la Bangkok del XXI secolo non ha più molto in comune con la città che si era abituati a conoscere in passato. Tuttavia, parti di “vera” Bangkok emergono qua e là dal marasma di persone provenienti da tutto il mondo. Il Palazzo Reale e il Wat Phra Kaew attirano l’attenzione dei turisti proprio come 200 anni fa, mentre nelle shophouse di Banglamphu è ancora possibile gustare gli autentici sapori della cucina locale. Per trovare pietanze altrettanto speziate occorre andare a Chinatown, mentre camminando lungo Ko Ratanakosin si avrà modo di respirare l’atmosfera della vecchia Bangkok. Per godere di una visione d’insieme della capitale thailandese non resta che salire a bordo del Chao Phraya Express, che vi condurrà alla scoperta dei migliori monumenti della città.

Per una gita fuori porta da Bangkok non c’è niente di meglio del pittoresco villaggio di Amphawa, sorto sul canale a Samut Songkhram a meno di 100 chilometri dalla capitale, ma spingendosi oltre si raggiungerà il cuore geografico e culturale del paese, la parte centrale della Thailandia. Qui, dove un tempo governavano i re, gli imperi si espandevano e i mercati ampliavano la loro rete commerciale, oggi si estendono ancora vaste foreste incontaminate popolate da elefanti, tigri e leopardi. Poco a nord di Bangkok sorge Ayutthaya, l’antica capitale del regno del Siam, recentemente dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Proseguendo a settentrione si arriva a Lopburi, sede di una grande colonia di scimmie, mentre a nord-ovest c’è la provincia di Kanchanaburi, all’interno della quale si trovano bellezze paesaggistiche di inestimabile valore come il Parco Nazionale di Erawan e la sua cascata a sette salti o il Parco Nazionale di Thong Pha Phum, ideale per lunghe escursioni nella giungla. Infine, non lontano dal confine con il Myanmar, laddove si spingono ben pochi visitatori, non si può perdere il Lago Sangkhlaburi.

La parte sud-orientale della Thailandia è quella delle emozioni forti, dove nulla può dirsi sotto controllo al cento per cento. Anzitutto c’è Pattaya, la più nota destinazione del turismo sessuale thailandese, che negli ultimi anni sta cercando di diversificare l’offerta nella speranza di attirare anche famiglie. Se bar, ristoranti e vita notturna non fanno per voi poco male, a nord di Pattaya c’è l’isola di Ko Si Chang, location ideale per rilassarsi alla scoperta di templi poco visitati, mentre a sud-est brillano le acque cristalline e le spiagge di sabbia candida di Ko Samet. A completare l’offerta turistica di questa zona della Thailandia sono numerosi parchi nazionali dove praticare una miriade di attività all’aria aperta, dal white-water rafting alle escursioni in mountain-bike.

A nord di Trat si estende l’Isan, nome collettivo col quale si è soliti indicare le 19 province del nord-est, una regione immensa quasi dimenticata dai turisti, ma anche dagli stessi thailandesi. Eppure questo è il posto giusto per riscoprire l’atmosfera della Thailandia del passato, quella delle sterminate risaie, delle paludi e dei piccoli villaggi in cui tutti si conoscono. Da queste parti la vita scorre ancora a ritmi lenti e costanti, al riparo degli eccessi che ormai contraddistinguono numerose località del sud-est asiatico. Nella parte meridionale dell’Isan sono da scoprire il Parco Nazionale di Khao Yai, abitato da migliaia di esemplari di elefanti, scimmie, tigri e serpenti, ed i templi restaurati risalenti all’età della Pietra di Angkor di Phanom Rung e Phimai. All’altro capo della regione, invece, spiccano il sonnolento villaggio di Chiang Khan, attraversato dalle impetuose acque del Mekong, ed i parchi nazionali delle Sculture di Sala Kaew Ku e di Phu Kradung. Prima di partire all’esplorazione di questo sperduto angolo della Thailandia tenete presente che qui i trasporti sono più difficoltosi che in qualunque altra regione e che al di fuori del periodo compreso tra novembre e febbraio le condizioni atmosferiche non sono certo le migliori.

La parte settentrionale della Thailandia è quella delle montagne. Ben inteso: niente a che vedere con gli scenari che caratterizzano Nepal o Pakistan, ma bensì colline bucoliche e fertili valli fluviali da cui ebbe origine la vera e propria cultura thailandese. Qui, più che da altre parti, vengono ancora rispettate tradizioni e usanze antichissime, dalla cucina al dialetto, senza contare che la maggior parte delle tribù del passato, dai hmong agli akha, vivono tra Chiang Mai, Lampang e Kamphaeng Phet. Da vedere ci sono alcuni bei parchi nazionali, come quello di Phu Hin Rong Kla, a Phitsanulok, o quello di Salawin, a Mae Hong Son, e la cascata più alta del paese, la Nam Tok Thilawsu, termine di tantissimi tracciati di trekking. Altrettanto avventurose sono le escursioni in bicicletta attraverso i parchi storici di Sukhothai e Si Satchanalai-Chaliang, nella parte centrale della regione, mentre per uscire dalla zona prettamente turistica conviene recarsi nei dintorni di Phayao, a nord.

Incastonata come un cuneo all’estremità settentrionale del paese si trova la provincia di Chiang Mai, un’enclave della catena montuosa himalayana che si allunga per centinaia di chilometri verso il cuore del paese. L’omonima capitale provinciale è una sorta di punto d’incontro tra il comfort della città e la sensibilità rurale che si respira nel resto della zona, ancora abitata da piccole tribù impegnate da decenni in una strenua lotta per la conservazione della propria identità culturale. Un tempo da Chiang Mai transitavano le carovane commerciali in viaggio sulla Via della Seta provenienti da Myanmar, Laos e Cina, mentre oggi la città ha saputo adattarsi alle esigenze imposte dalla contemporaneità senza perdere gli antichi connotati. A nord del centro si può intraprendere il pellegrinaggio al Wat Phra That Doi Suthep, la cui bellezza è paragonabile a quella del Wat Phra Singh, del Wat Chedi Luang e del Wat Chiang Man. Per avventure tra le montagne non c’è niente di meglio che lanciarsi all’esplorazione delle due cime più alte del paese: il Doi Inthanon (2565 m) e il Doi Chiang Dao (2195 m).

Un’area poco visitata è quella che corrisponde al golfo meridionale superiore, forse non ricco di attrattive come altre regioni thailandesi, ma indubbiamente tranquillo e rilassante per qualche giorno di mare a contatto con la natura. Tra le spiagge migliori figurano Bang Saphan e Cha-am, mentre a Prachuap Khiri Khan ripide scogliere calcaree dalle tonalità pastellate si gettano nel mare turchese. Per condire il relax balneare con un po’ di storia non c’è niente di meglio dei templi scavati nella roccia, dei wat e dei palazzi di Phetchaburi (Phetburi), location ideale per avvistare varani e altri animali rari. Infine è da vedere il più grande parco nazionale della Thailandia: il Kaeng Krachan, noto soprattutto per le numerose cascate e la qualità del birdwatching.

La parte inferiore del golfo meridionale, invece, sorprende per il numero e la qualità delle spiagge. Distese di sabbia cinte dalla giungla di estendono a perdita d’occhio sul mare cristallino lungo un litorale sottile, interrotto solo da promontori verdeggianti protesi nell’acqua. Sbagliare è impossibile, troppe sono le spiagge di indicibile bellezza: Hat Khanom, Hat Nai Praet, Hat Nai Phlao, Hat Na Dand, Hat Pak Nam, Hat Tong Yi, Hat Sichon, Hat Hin Ngam, Hat Piti e Hat Saophao solo per citare le più note. In alternativa, se le spiagge non dovessero bastarvi, potete provare l’emozione di visitare una delle circa 40 isolette del Parco Nazionale Marino di Ang Thong, che offre perle di rara bellezza tutte da scoprire.

All’estremità sud-occidentale della Thailandia si estende la Costa delle Andamane, la destinazione balneare più ambita del paese. Qui si affollano gli appassionati di immersioni alla ricerca dei fondali più colorati, ma anche famiglie e giovani coppie ammaliate dall’edonistica Phuket, la più conosciuta tra le isole thailandesi. Alcuni degli scorci paesaggistici migliori sono quelli che regalano i pinnacoli calcarei nei pressi di Krabi, ma anche le spiagge di Ko Phi-Phi Don non sono da meno. Parlando di barriera corallina non sono molti i luoghi al mondo in grado di battere le Isole di Trang, un paradiso ancora largamente incontaminato abitato da tante specie animali. Tra queste figurano anche i tucani e le scimmie che si affollano nel Parco Nazionale di Khao Sok, ideale per praticare diverse attività sportive.

La maggior parte delle festività del calendario thailandese è di carattere religioso e varia in base al calendario lunare. Il periodo più ricco di eventi va da maggio ad agosto, quando si tengono: la sacra giornata di Visakha Bucha, che cade il 15° giorno di luna crescente del sesto mese lunare e celebra la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha; il Bun Phra Wet, commemorato in concomitanza con la Festa di Phi Ta Khon nel villaggio di Dan Sai; l’Asalha Bucha, che si tiene il plenilunio dell’ottavo mese lunare e ricorda il primo sermone del Buddha; e il Khao Phansaa, in programma il giorno successivo dell’Asalha Bucha, che segna l’inizio della quaresima buddhista. In precedenza, tra il 12 e il 14 aprile, si tiene il Songkran, la celebre battaglia d’acqua che caratterizza il capodanno thailandese, mentre tra novembre e dicembre cade il Loi Krathong, una manifestazione creata con lo scopo di ringraziare la dea del fiume per aver nutrito i campi e le foreste.

Il clima della Thailandia è estremamente peculiare e piuttosto difficile da interpretare data l’estensione del paese. In generale, i mesi che vanno da novembre a febbraio sono il periodo migliore per partire per la Thailandia. In questo periodo le piogge sono rare e non fa eccessivamente caldo, senza contare che anche l’umidità è contenuta rispetto al resto dell’anno. Tuttavia, se avete intenzione di visitare le montuose province settentrionali la stagione si protrae fino all’inizio di maggio, quando è invece sconsigliato soggiornare nella parte centro-orientale del paese, caratterizzata da massime stabilmente superiori a 40 gradi. Essendo più vicino all’equatore, il sud del paese è caratterizzato da condizioni atmosferiche generalmente costanti, ideali per sfuggire all’afa della parte settentrionale del paese durante la stagione calda. Alla luce di quanto detto, l’alta stagione turistica va da novembre alla fine di marzo; per chi volesse evitare i periodi di maggiore assembramento il consiglio è di partire da aprile a giugno o tra settembre e ottobre.

La porta di accesso principale alla Thailandia è l’aeroporto Suvarnabhumi, uno scalo inaugurato nel 2006 nella zona di Nong Ngu Hao di Samut Prakan, 30 chilometri a est di Bangkok. Sebbene la maggior parte dei voli internazionali arrivino e partano qui, alcuni utilizzano anche gli aeroporti di Phuket, Chiang Mai, Udon Thani, Ko Samui e Hat Yai a seconda delle destinazioni di partenza e/o arrivo. Dalle coste malesi salpano ogni giorno battelli diretti in Thailandia, mentre via terra, oltre che in Malesia, è possibile sconfinare in Laos, Cambogia e Myanmar. All’interno del paese conviene effettuare gli spostamenti più lunghi in aereo e poi muoversi in autobus, che offrono servizi affidabili e a buon mercato. Il treno, invece, è comodo solo per compiere determinate tratte, ma nel complesso la rete ferroviaria nazionale non è ancora molto sviluppata.
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