Kiribati Islands : viaggio tra arcipelaghi di isole ed atolli corallini
Kiribati, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Kiribati dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il Kiribati è un minuscolo stato insulare abitato da circa 100.000 persone situato nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, a cavallo dell’Equatore. Lo stato è suddiviso in 35 atolli corallini di ridotte dimensioni, ma di bellezza impareggiabile, accorpati in tre distinti arcipelaghi molto distanti tra loro: le 16 isole Gilbert, che si trovano 1.500 chilometri a nord delle Figi; le 8 isole della Fenice, situate 1.800 chilometri a sud-est delle Gilbert; e le 11 isole della Linea o Sporadi Equatoriali, 3.300 chilometri ad est delle Gilbert e 2.000 a sud delle Hawaii. Di queste solo 21 sono abitate in modo permanente, un dato che fa intuire quanto questi territori siano ancora selvaggi ed adatti ad un soggiorno ecologico, a stretto contatto con la natura incontaminata, lontano parente del turismo di massa che ormai affligge molti paradisi tropicali.
Le isole del Kiribati sono abitate da circa 2.000 anni da un popolo di origine micronesiana, un ceppo che sopravvive ancor oggi nonostante le influenze europee subite a partire dal XIX secolo. In realtà si crede che il primo europeo a mettere piede nell’arcipelago sia stato Ferdinando Magellano, che avrebbe raggiunto le sponde dell’Isola Carolina già nel XVI secolo. Informazioni ben più attendibili sono quelle che attestano l’entrata nel protettorato del Regno Unito da parte delle 16 isole Gilbert e delle 8 Ellice, finite sotto il controllo di Londra nel 1892. Dopo anni di chiacchiere e tentativi di cambiamento falliti, nel 1978 le isole Ellice ottennero la tanto agognata indipendenza separandosi dalle Gilbert con il nuovo nome di Tuvalu. Pochi mesi dopo, l’indipendenza fu concessa a tutte le isole del Kiribati che, il 12 luglio 1979, poté dichiararsi uno stato autonomo. Dal 1999 il Kiribati fa parte delle Nazioni Unite.
Chi si aspetta lussuosi resort, locali e movida da località balneare all’”occidentale” non potrà che rimanere deluso dal Kiribati, un luogo nel quale il tempo pare essersi fermato, un arcipelago isolato e difficile da raggiungere che conserva intatto il suo antico fascino. Barriere coralline, pesci sgargianti, rettili secolari, enormi distese di palme, spiagge bianchissime, abitanti ospitali e pittoreschi; questi i tratti distintivi delle “cartoline” che vi porterete via dal Kiribati, una nazione unica al mondo, uno scrigno di pietre preziose tutte da scoprire in quanto ancora assolutamente autentiche.
Quasi tutte le isole, ad eccezione di Banaba, sono atolli corallini che superano di pochissimi metri il livello del mare, un fattore che comporta notevoli problematiche all’agricoltura ed all’allevamento, le principali fonti di sostentamento del paese insieme al turismo. Sebbene il paese si stia progressivamente indirizzando verso la modernizzazione, la gente del luogo osserva ancora i visitatori come se questi provenissero da un altro pianeta, portando un rispetto quasi regale agli ospiti. Non offrendo servizi particolarmente all’avanguardia e gite organizzate, il soggiorno in Kiribati è tutto da inventare, una caratteristica che conferirà ancora maggior fascino alla vacanza.
Le isole Gilbert sono 16: Abaiang, Abemama, Aranuka, Arorae, Banaba, Beru, Butaritari, Kuria, Maiana, Marakei, Nikunau, Nonouti, Onotoa, Tabiteuea, Tamana, e Tarawa. Tra queste si trovano alcuni degli atolli più belli di tutto il Kiribati, come ad esempio Abemana. Qui, nel 1899, arrivò lo scrittore Robert Louis Stevenson, il più celebre turista dell’isola, sulla quale attualmente si possono vedere diversi relitti di guerra e svariati villaggi esotici, a patto che ci si accontenti di un soggiorno privo di molti comfort. Abemana è situata un’ottantina di chilometri a sud-ovest di Tarawa, la capitale del Kiribati, che comprende numerosi isolotti circondati da un meraviglioso atollo corallino. Eccezion fatta per la parte meridionale, dove le isole sono collegate da strade sopraelevate, è necessario muoversi in barca per visitare i principali siti di interesse, tra i quali ricordiamo Baikiri, dove si trovano gli uffici governativi, il palazzo del parlamento, l’ufficio e la residenza del presidente, Betio e Ambo. Sempre tra le isole Gilbert sono da vedere Butaritari e Tabiteua. La prima, sulla quale cadono ogni anno circa 4 metri di pioggia, è una sorta di enorme verdeggiante foresta all’interno della quale riposano numerosi relitti frutto degli aspri scontri tra giapponesi e americani durante la seconda guerra mondiale. Tabiteua, invece, vanta alcune delle lagune più belle del paese, oltre ad una popolazione straordinariamente legata alla cultura tradizionale, con danze, canti e magie che testimoniano l’importanza delle antiche radici.
Detto delle isole Gilbert, le isole della Fenice, Birnie, Kanton, Enderbury, Manra, McKean, Nikumaroro, Orona e Rawaki sono tra quelle meno popolate e più selvagge di tutto il Kiribati. E’ emblematico in tal senso il dato relativo alla popolazione risedente a Kanton, abitata da una cinquantina di autoctoni, e ad Orona, che non supera le cento unità. Questo gruppo di isole è dunque quello più difficilmente accessibile, ma anche quello più suggestivo, in quanto ancora largamente avvolto nel mistero e tutto da scoprire.
Non molto più conosciute, le Sporadi Equatoriali, Caroline, Flint, Christmas o Kiritimati (Isola di Natale), Malden, Starbuck, Tabuaeran, Teraina e Vostok, vantano il più antico atollo corallino del mondo: Christmas, conosciuto anche come Kirimati, che da solo totalizza il 50% dell’estensione complessiva dello stato. Questa isola disseminata di oltre 100 laghi è un vero e proprio paradiso naturalistico, con tre villaggi principali, London, Paris e Banana, e la meravigliosa Bay of Wrecks, la “Baia dei Relitti”, che affascina numerosi visitatori vogliosi di ammirare qualche relitto risalente alla seconda guerra mondiale ed ormai totalmente avviluppato dal corallo. A fare da contraltare a Christmas ci pensano altre 5 isole della Linea, Malden, Starbuck, Vostok, Caroline e Flint, bassi atolli totalmente disabitati e privi di ogni forma di antropizzazione.
Il clima è equatoriale, contraddistinto da giornate calde ed umide da gennaio a dicembre. La temperatura media rilevata nell’arco dei dodici mesi dell’anno è pari a 28 gradi, un valore dal quale non ci si discosta molto né in estate, che da queste parti è compresa tra novembre e aprile, né in inverno. Le precipitazioni sono generalmente abbondanti, ma concentrate nella stagione dei monsoni, compresa tra novembre e febbraio, mesi durante i quali è assolutamente sconsigliato partire alla volta del Kiribati.
Raggiungere il Kiribati è tutt’altro che semplice, soprattutto dopo che l’Air Kiribati ha rinunciato al solo aereo che in precedenza raggiungeva le Figi e Tuvalu. Attualmente Tarawa, presso la quale si trova il Bonriki International Airport, è collegata al resto del mondo dalla compagnia Air Marshall Islands, mentre l’Air Kiribati ha mantenuto attivi soltanto alcuni collegamenti tra le isole dell’arcipelago. Per muoversi all’interno dello stato si può anche optare per gli spostamenti in traghetto, un mezzo decisamente più avventuroso, ma che può ripagare soprattutto in caso di viaggi brevi con la vista di meravigliosi scorci paesaggistici sulle isole.
Le isole del Kiribati sono abitate da circa 2.000 anni da un popolo di origine micronesiana, un ceppo che sopravvive ancor oggi nonostante le influenze europee subite a partire dal XIX secolo. In realtà si crede che il primo europeo a mettere piede nell’arcipelago sia stato Ferdinando Magellano, che avrebbe raggiunto le sponde dell’Isola Carolina già nel XVI secolo. Informazioni ben più attendibili sono quelle che attestano l’entrata nel protettorato del Regno Unito da parte delle 16 isole Gilbert e delle 8 Ellice, finite sotto il controllo di Londra nel 1892. Dopo anni di chiacchiere e tentativi di cambiamento falliti, nel 1978 le isole Ellice ottennero la tanto agognata indipendenza separandosi dalle Gilbert con il nuovo nome di Tuvalu. Pochi mesi dopo, l’indipendenza fu concessa a tutte le isole del Kiribati che, il 12 luglio 1979, poté dichiararsi uno stato autonomo. Dal 1999 il Kiribati fa parte delle Nazioni Unite.
Chi si aspetta lussuosi resort, locali e movida da località balneare all’”occidentale” non potrà che rimanere deluso dal Kiribati, un luogo nel quale il tempo pare essersi fermato, un arcipelago isolato e difficile da raggiungere che conserva intatto il suo antico fascino. Barriere coralline, pesci sgargianti, rettili secolari, enormi distese di palme, spiagge bianchissime, abitanti ospitali e pittoreschi; questi i tratti distintivi delle “cartoline” che vi porterete via dal Kiribati, una nazione unica al mondo, uno scrigno di pietre preziose tutte da scoprire in quanto ancora assolutamente autentiche.
Quasi tutte le isole, ad eccezione di Banaba, sono atolli corallini che superano di pochissimi metri il livello del mare, un fattore che comporta notevoli problematiche all’agricoltura ed all’allevamento, le principali fonti di sostentamento del paese insieme al turismo. Sebbene il paese si stia progressivamente indirizzando verso la modernizzazione, la gente del luogo osserva ancora i visitatori come se questi provenissero da un altro pianeta, portando un rispetto quasi regale agli ospiti. Non offrendo servizi particolarmente all’avanguardia e gite organizzate, il soggiorno in Kiribati è tutto da inventare, una caratteristica che conferirà ancora maggior fascino alla vacanza.
Le isole Gilbert sono 16: Abaiang, Abemama, Aranuka, Arorae, Banaba, Beru, Butaritari, Kuria, Maiana, Marakei, Nikunau, Nonouti, Onotoa, Tabiteuea, Tamana, e Tarawa. Tra queste si trovano alcuni degli atolli più belli di tutto il Kiribati, come ad esempio Abemana. Qui, nel 1899, arrivò lo scrittore Robert Louis Stevenson, il più celebre turista dell’isola, sulla quale attualmente si possono vedere diversi relitti di guerra e svariati villaggi esotici, a patto che ci si accontenti di un soggiorno privo di molti comfort. Abemana è situata un’ottantina di chilometri a sud-ovest di Tarawa, la capitale del Kiribati, che comprende numerosi isolotti circondati da un meraviglioso atollo corallino. Eccezion fatta per la parte meridionale, dove le isole sono collegate da strade sopraelevate, è necessario muoversi in barca per visitare i principali siti di interesse, tra i quali ricordiamo Baikiri, dove si trovano gli uffici governativi, il palazzo del parlamento, l’ufficio e la residenza del presidente, Betio e Ambo. Sempre tra le isole Gilbert sono da vedere Butaritari e Tabiteua. La prima, sulla quale cadono ogni anno circa 4 metri di pioggia, è una sorta di enorme verdeggiante foresta all’interno della quale riposano numerosi relitti frutto degli aspri scontri tra giapponesi e americani durante la seconda guerra mondiale. Tabiteua, invece, vanta alcune delle lagune più belle del paese, oltre ad una popolazione straordinariamente legata alla cultura tradizionale, con danze, canti e magie che testimoniano l’importanza delle antiche radici.
Detto delle isole Gilbert, le isole della Fenice, Birnie, Kanton, Enderbury, Manra, McKean, Nikumaroro, Orona e Rawaki sono tra quelle meno popolate e più selvagge di tutto il Kiribati. E’ emblematico in tal senso il dato relativo alla popolazione risedente a Kanton, abitata da una cinquantina di autoctoni, e ad Orona, che non supera le cento unità. Questo gruppo di isole è dunque quello più difficilmente accessibile, ma anche quello più suggestivo, in quanto ancora largamente avvolto nel mistero e tutto da scoprire.
Non molto più conosciute, le Sporadi Equatoriali, Caroline, Flint, Christmas o Kiritimati (Isola di Natale), Malden, Starbuck, Tabuaeran, Teraina e Vostok, vantano il più antico atollo corallino del mondo: Christmas, conosciuto anche come Kirimati, che da solo totalizza il 50% dell’estensione complessiva dello stato. Questa isola disseminata di oltre 100 laghi è un vero e proprio paradiso naturalistico, con tre villaggi principali, London, Paris e Banana, e la meravigliosa Bay of Wrecks, la “Baia dei Relitti”, che affascina numerosi visitatori vogliosi di ammirare qualche relitto risalente alla seconda guerra mondiale ed ormai totalmente avviluppato dal corallo. A fare da contraltare a Christmas ci pensano altre 5 isole della Linea, Malden, Starbuck, Vostok, Caroline e Flint, bassi atolli totalmente disabitati e privi di ogni forma di antropizzazione.
Il clima è equatoriale, contraddistinto da giornate calde ed umide da gennaio a dicembre. La temperatura media rilevata nell’arco dei dodici mesi dell’anno è pari a 28 gradi, un valore dal quale non ci si discosta molto né in estate, che da queste parti è compresa tra novembre e aprile, né in inverno. Le precipitazioni sono generalmente abbondanti, ma concentrate nella stagione dei monsoni, compresa tra novembre e febbraio, mesi durante i quali è assolutamente sconsigliato partire alla volta del Kiribati.
Raggiungere il Kiribati è tutt’altro che semplice, soprattutto dopo che l’Air Kiribati ha rinunciato al solo aereo che in precedenza raggiungeva le Figi e Tuvalu. Attualmente Tarawa, presso la quale si trova il Bonriki International Airport, è collegata al resto del mondo dalla compagnia Air Marshall Islands, mentre l’Air Kiribati ha mantenuto attivi soltanto alcuni collegamenti tra le isole dell’arcipelago. Per muoversi all’interno dello stato si può anche optare per gli spostamenti in traghetto, un mezzo decisamente più avventuroso, ma che può ripagare soprattutto in caso di viaggi brevi con la vista di meravigliosi scorci paesaggistici sulle isole.